Commissione Europea, revisione della direttiva sull’acqua potabile. Nel nostro Paese c’è ancora tanto da fare

Come alcuni di voi avranno letto sui giornali, lo scorso 1 febbraio è stata diffusa dalla Commissione Europea la proposta di revisione della Direttiva del 1998 98/83/CE sull’acqua potabile (DWD – Drinking Water Directive).

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Nel testo in inglese e nel comunicato stampa che la Commissione ha diffuso si legge che:

La proposta legislativa odierna si propone di garantire questo diritto, fornendo così una risposta all’iniziativa Right2Water – la prima delle iniziative dei cittadini europei conclusasi con successo – che ha raccolto 1,6 milioni di firme a sostegno di un migliore accesso all’acqua potabile per tutti i cittadini europei. Per permettere ai consumatori di disporre di maggiori strumenti, la proposta assicura che i fornitori comunichino loro informazioni più chiare sul consumo idrico, sulla struttura dei costi e sul prezzo al litro per consentire un confronto con il prezzo dell’acqua in bottiglia. In questo modo essa contribuisce sia all’obiettivo ambientale di ridurre l’uso superfluo della plastica e limitare l’impronta di carbonio dell’UE, sia a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In questa legislatura abbiamo lavorato molto su questi temi, depositando diverse proposte di modifica legislativa. Ci siamo occupati dell’accesso all’acqua potabile, della riduzione del consumo delle acque in bottiglia e anche dei controlli da effettuare sulle acque per il consumo umano con una proposta di legge depositata già nel 2014 e che intendiamo ripresentare nella prossima legislatura (leggi qui).

Come riportato anche dalla stampa, nella proposta di revisione della Direttiva sono stati inseriti e rivisti 18 parametri  per garantire e migliorare gli standard qualitativi delle acque europee, recependo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di ridurre i batteri e i virus patogeni, le sostanze nocive presenti naturalmente come uranio e le microcistine, la contaminazione da attività industriali che rilascia sostanze chimiche perfluorate nelle falde acquifere e i sottoprodotti da disinfestazione come clorato o il biosfenolo A.

Nei prossimi mesi la proposta di revisione che punta anche a migliorare l’accessibilità all’acqua potabile dovrà essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

L’intento della Commissione di occuparsi del tema dell’accesso all’acqua per tutti è da valutare positivamente in quanto tutela, nel particolare, le persone più emarginate. Auspichiamo, inoltre, che tutte le proposte fatte all’interno della Iniziativa dei Cittadini Europei “Right2Water” espressamente citata dalla Commissione, e qui disattese, vengano recepite all’interno della revisione della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, in particolare relativamente al tema della gestione delle risorse idriche nel suo complesso, alla loro natura pubblica e di bene comune da garantire alle generazioni presenti e future.

Auspichiamo inoltre che questa revisione porti anche nel nostro Paese un effetto positivo relativamente alla riduzione del consumo delle acque in bottiglia, per porre finalmente dei limiti a questa inaccettabile ed inquinante industria.

L’Iniziativa dei Cittadini Europei, che risale ormai a 5 anni fa, chiedeva all’Unione Europea che:

1. le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri siano tenuti ad assicurare a tutti i cittadini il diritto   all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari;

  1. l’approvvigionamento in acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle “logiche del mercato unico” e che i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione;
  2. l’UE intensifichi il proprio impegno per garantire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.”

Nel nostro paese e non solo c’è ancora molto da fare. E noi, insieme a tanti altri, siamo al lavoro per rendere possibile tutto questo.

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