Alcuni comuni devono poter continuare a gestire l’acqua in proprio

 

Roma, 25 giugno –  “Nelle scorse settimane ho presentato un’interrogazione che sottolineava l’opportunità di lasciare la libertà di escludere dalla gestione unica quei comuni che effettivamente sono in grado di garantire un buon servizio secondo i criteri stabiliti dalla legge” afferma Federica Daga, deputata del MoVimento 5 Stelle in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici. 

E prosegue: “ed in questi giorni ho ricevuto risposta dal Mite che citando la ricognizione dello stato del servizio idrico integrato attraverso l’azione ‘Mettiamoci in Riga’ ha riconosciuto che tra i Comuni ai quali è stata concessa la salvaguardia della gestione unica, 94 risultano Comuni montani con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, con una netta prevalenza nell’area Nord del Paese (74), mentre sono 4 i Comuni che presentano contestualmente anche le caratteristiche dell’approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate e sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali“.

“Risulta inoltre che vi sono ancora numerose istruttorie in corso per la concessione della salvaguardia della gestione del servizio a idrico a diversi Comuni, ed in particolare 35 relative all’ATO di Brescia, 26 relative all’ATO Sardegna, 47 per quanto riguarda Palermo, 2 relative a Catania e 16 ad Agrigento”continua la deputata.

“Questo rende chiaro che al di là della richiesta della Commissione Europea relativa al PNRR di limitare la frammentazione del servizio, non è abrogando la lettera b) del comma 2 bis dell’articolo 147 del Testo Unico Ambientale che si possono risolvere i problemi relativi alle carenze del servizio. Ma migliorandolo e proponendone una riforma efficace come abbiamo fatto  lavorando gomito a gomito, nelle scorse settimane con i rappresentanti dei piccoli comuni. Le soluzioni non si trovano tracciando una riga netta, ma sostenendo le realtà virtuose e facendo rispettare le regole a chi non lo fa” conclude Federica Daga.

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