Decreto Pnrr, settore idrico: positiva riformulazione emendamento, ora necessaria riforma per far spendere ai territori le risorse europee


CS Roma 15/12/2021 – “Ieri sera sono intervenuta in riunione di maggioranza, in presenza del Governo, per un testo governativo inserito nel decreto Pnrr in Commissione Bilancio a tema gestione acqua. Nello specifico la questione – sulla quale avevo presentato un’interrogazione a giugno – riguarda i Comuni che gestiscono l’acqua in proprio, per così dire. Il testo governativo intendeva escludere questa possibilità sancita per legge dal Testo Unico ambientale (che riguarda aree in particolari condizioni, realtà virtuose o comunque molto periferiche) con lo scopo di creare finalmente quei gestori in zone del Paese dove ancora non ci sono” afferma Federica Daga, deputata del MoVimento 5 Stelle in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici. 

“Teniamo conto che il Pnrr prevede una riforma sul servizio idrico. Siamo arrivati al punto che è necessario affrontare le situazioni limite che ci portano alle dispendiose procedure di infrazione in tema di depurazione e fognatura, magari con una discussione approfondita tra Parlamento e Governo, mentre la riformulazione di un emendamento a tema dissesto idrogeologico non è proprio lo strumento più adatto secondo numerosi parlamentari. Io stessa avevo presentato un emendamento sulla gestione idrica al Dl Pnrr giudicato inammissibile” continua Daga.

E prosegue: “Il problema è sempre lo stesso: in Italia abbiamo troppe zone scoperte, soprattutto al Sud, dove se non arriva una gestione all’altezza, poco o nulla possono fare i fondi pubblici stanziati. Apprezziamo che il Governo abbia voluto affrontare il tema del servizio idrico integrato e della mancanza dei gestori in diverse zone del Paese, c’è bisogno di discuterne insieme per trovare le migliori soluzioni. Apprezziamo anche l’interlocuzione avuta ieri in serata con il Governo che ha inteso quanto spiegato e le possibili soluzioni presentate, tanto che siamo arrivati ad un accordo collettivo su un testo differente”. 

“Sottolineo che se l’obiettivo è di limitare la frammentazione del servizio, la strada non è quella di eliminare le pochissime realtà autonome (una cinquantina di cittadine in tutta Italia) ma proporre una riforma coerente che metta in condizione i territori di spendere efficacemente le risorse europee in arrivo” conclude le deputata.

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