Fuori l’Acqua dall’Authority

Torno a scrivere, dopo una lunga pausa, dato il lavoro svolto dietro le quinte.
In questo momento è in discussione il decreto per prorogare i vertici dell’ARERA, stiamo parlando dell’Authority terza garante del mercato che si occupa di energia elettrica, gas, servizio idrico e da dicembre anche rifiuti.
Sorrido a questo decreto, dal momento che nella Legge di Bilancio del dicembre 2017 avevo presentato un emendamento per prorogare i vertici di ulteriori 6 mesi, potevano approvarlo in quella sede ma niente.

Come ormai ben sappiamo tutti, nel 2011 il Referendum per l’Acqua portò 27milioni di elettori al voto dando un segnale chiaro alla politica: fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua.
In fondo la gestione dell’acqua è un servizio in regime di monopolio, lo dicono i gestori stessi, perché quindi insistere a lasciare nelle mani di un ente terzo garante del mercato il bene più prezioso che abbiamo?

L’ARERA è quell’ente che ha fatto rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta, la remunerazione del capitale investito.
E’ quell’ente che ha definito come gestire le morosità incolpevoli NON dando alcuna garanzia sul diritto all’accesso all’acqua per ogni essere umano, attraverso un sistema assurdo di rimborso successivo all’emanazione delle bollette, manca completamente il minimo vitale giornaliero garantito.
E’ quell’ente che viene retribuito con una percentuale dai bilanci dei gestori, cioè attraverso le nostre bollette.
E’ quell’ente garante del mercato.

Da anni ormai mi occupo del tema Acqua Pubblica, ho seguito e contestato nella precedente legislatura tutti gli sviluppi delle delibere dell’AEEGSI ora ARERA sull’idrico.

Ogni tipo di azione promossa dall’ARERA è stata incentrata alla regolazione del mercato e alla definizione di una tariffa che garantisse remunerazione certa per i gestori che dell’acqua fanno un business molto redditizio sui mercati finanziari.
Ritengo quindi giusto e necessario escludere dalle competenze dell’ARERA tutto il comparto idrico, riportando il controllo del servizio idrico in mano al Ministero dell’Ambiente che ha il compito di controllare e garantire la tutela della risorsa e l’accesso per tutti.
Diversamente questo Ministero dell’Ambiente, a cosa serve?

Questo concetto è inserito nella legge per l’Acqua Pubblica che è stata stravolta dal PD durante la scorsa legislatura e che ho provveduto immediatamente a ridepositare in questa legislatura, con le dovute correzioni.
Ho deciso quindi di depositare, in vista della votazione in Aula alla Camera del decreto di proroga dei vertici dell’ARERA, che si svolgerà oggi pomeriggio, un emendamento che chiede proprio di sottrarre all’ARERA la competenza in materia di servizio idrico integrato.
Di seguito trovate il testo dell’emendamento depositato.
Il gruppo parlamentare del M5S ed io continueremo a lavorare per difendere l’acqua diritto umano universale.
AC 484

Conversione in legge del decreto-legge 10 aprile 2018 n.30 recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.

Art.1

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

1-bis. Nel rispetto degli esiti del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011, le funzioni di regolazione e controllo dei servizi idrici attribuite all’Autorità per l’Energia elettrica il gas e il sistema idrico di cui all’art. 21, comma 19 del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n.201, convertito con legge del 22 dicembre 2011 n.214 e al DPCM. 20 luglio 2012, sono trasferite al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, attraverso l’istituzione di un Ufficio di vigilanza sulle risorse idriche che vigila sulle risorse idriche, sull’operato dei gestori e controlla il rispetto della disciplina vigente in materia di tutela delle risorse e della salvaguardia ambientale.

DAGA, ZOLEZZI, VIGNAROLI, TERZONI, CRIPPA, VALLASCAS, DADONE, CASTELLI

arera

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