Disagio Abitativo: che fine ha fatto il Ministero delle Infrastrutture?

Disagio Abitativo: che fine ha fatto il Ministero delle Infrastrutture?

Dal 2014 ad oggi solo 405 case Erp consegnate su 40.000 richieste dagli Enti Locali, uno scandalo!

Inizio questo articolo con una premessa che sento necessaria. Definire “emergenza” un problema noto da anni, che comporta disagi, fatica e dolore per migliaia di cittadini è un’offesa all’intelligenza e un oltraggio a chi vive un disagio quotidianamente.

Quando poi quell’emergenza la si gestisce esclusivamente come un problema di ordine pubblico, vuol dire che ci troviamo di fronte al fallimento della politica e delle istituzioni.

Vorrei fare, ancora una volta, chiarezza rispetto alle tante cose che sono state scritte e dette, in questa fine estate, sul tema del disagio abitativo. Tema complesso, atavico, soprattutto nelle grandi città (che sempre di più si sono ingrandite) e che per essere affrontato deve partire innanzitutto dal rispetto della dignità delle persone e dal presupposto che le istituzioni sono le prime ad avere delle responsabilità. Istituzioni, tutte, che di concerto tra loro, devono lavorare per applicare tutte le leggi volte alla difesa e alla tutela dei diritti civili.

Facciamo un po’ di ordine.

Negli ultimi 2 decenni circa, il mercato immobiliare, risponde con sempre maggiore difficoltà ai fabbisogni, non solo delle fasce sociali più deboli, ma anche di quella fascia intermedia fatta di persone sole, nuclei familiari mono genitoriali, giovani coppie, lavoratori precari, migranti, studenti, anziani soli.

In questo discorso, la crisi economica e sociale esplosa nel 2008 non ha fatto altro che aggravare la situazione.

Quella che viene definita come emergenza abitativa è sempre più determinata non solo dalla domanda di alloggi di chi non ha una casa in cui vivere, ma anche da chi ha una casa e paga, con sempre maggiore difficoltà, un canone di affitto o una rata del mutuo. Per questo motivo, per definire politiche abitative serie, dovremo ripartire anche da questo dato sostenendo e tutelando maggiormente questa ampia fascia di cittadini.

Le nostre proposte vennero messe sul tavolo della discussione già più di 3 anni fa, appena eletti, con una risoluzione in commissione mai discussa, le cui proposte sono ancora tutte valide e attualissime. (guarda caso, alcune è possibile ritrovarle tra le soluzioni proposte in queste ultime settimane).

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=7/00283&ramo=CAMERA&leg=17

Tornando al problema, negli ultimi anni è aumentato il numero di coloro che vivono al limite o al di sotto della soglia di povertà, ovvero, famiglie e cittadini che non riescono più a sostenere i costi di affitti e mutui e con una conseguenza inevitabile: la perdita della casa.

Solo per citare gli ultimi dati, che ho inserito anche nel question time in commissione che abbiamo discusso quest’oggi, in base ai dati pubblicati dal Ministero degli Interni lo scorso maggio, solo nel 2016, sono stati emessi più di 60 mila provvedimenti esecutivi di sfratto di cui il 90% sono dovuti a morosità incolpevole.

Inoltre, solo per fare l’esempio di Roma, secondo i dati del Dipartimento Patrimonio, ci sarebbero 20.000 famiglie in graduatoria per ottenere l’assegnazione di una casa popolare, e circa 250.000 immobili sfitti o invenduti, di cui 40.000 di recente costruzione.

Basta guardare a questi numeri drammatici per rendersi conto che questo problema non è arrivato da Marte due settimane fa ma è il risultato disastroso di anni di malgoverno.

L’ultima volta che il Governo Renzi, poi Gentiloni, si è occupato del tema è stato con l’approvazione nel 2014 (http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2014_0080.htm) del cosiddetto Decreto Lupi, Ministro poi inquisito http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/03/maurizio-lupi-indagato-per-abuso-dufficio-con-due-dirigenti-e-due-appaltatori/1841218/

Su questo sito trovate un vademecum (http://www.federicadaga.net/wp-content/uploads/2015/07/VADEMECUM-CASA.pdf) che ne spiega i contenuti e i limiti denunciati aspramente durante la discussione alla Camera e al Senato.

Dopo questa breve e infelice parentesi da parte del Ministero, nulla più.

Il Ministero delle Infrastrutture guidato dal Ministro Delrio si è limitato a guardare, monitorando vagamente la situazione.

Le nostre periodiche interrogazioni, rivolte al Ministro in questione, volte ad avere qualche dato che ci permettesse di monitorare l’attuazione del provvedimento, come per esempio quella dello scorso giugno http://www.casaeclima.com/ar_31720__piano-nazionale-edilizia-abitativa-ancora-da-realizzare-oltre-diecimila-alloggi.html,ci hanno portato a dedurre che erano tutti troppo occupati nell’aggiornamento del sito per poter affrontare seriamente questo problema.

Ed ecco quindi che dopo quasi 3 anni fatti di assenza di politiche, tavoli e provvedimenti sul tema, il Governo, passa la palla al super Ministro Minniti, responsabile dell’ordine pubblico, che scippa le competenze al Ministero delle Infrastrutture, Ministero che, lo ripetiamo, seppur competente sul tema, sparisce dalle cronache, resta penosamente in silenzio mentre si passa ad affrontare l’emergenza abitativa a suon di sfratti e sgomberi.

Ed è proprio per sottolineare questa enorme lacuna istituzionale che abbiamo nuovamente voluto interrogare il Ministero Fantasma quest’oggi in commissione ambiente alla Camera, per sapere in che modo sia coinvolto il Ministero delle Infrastrutture nell’attuale gestione dell’emergenza abitativa in Italia, quale sia lo stato di attuazione della legge 80/2014 e quale sia l’attuale disponibilità dei fondi previsti. Infine, abbiamo chiesto se il Governo intende rifinanziare i fondi esistenti o prevedere nuovi fondi nella prossima Legge di Bilancio, cosa dal nostro punto di vista necessaria ed urgente.

E la risposta del Ministero è stata in estrema sintesi che non può fare altro che reperire qualche fondo, cercare di anticipare i soldi previsti da qui al 2024 concentrandoli da qui al 2019, per il resto scarica la responsabilità di affrontare le emergenze sociali e la mancanza di strutture su Regioni ed Enti Locali. E udite udite su 40.000 alloggi Erp, che Regioni e Comuni hanno chiesto di ristrutturare per renderli immediatamente disponibili, in base a quanto previsto dall’articolo 4 del Decreto Lupi, dal 2014 ad oggi ne sono stati consegnati solo 405…una goccia nel mare…tirate voi le vostre conclusioni…troppa burocrazia, troppi ritardi, troppa poca attenzione per un problema sociale sempre più pressante.

Che amarezza…

Su questo tema o torna a parlare la politica, o tornano ad impegnarsi e confrontarsi tutte le istituzioni, o le conseguenze di questa politica lassista le stiamo vedendo: si sta innescando una guerra, un “tutti contro tutti”, che ci porterà sempre più lontani dalla risoluzione del problema. E in questo, bisogna dirlo, i media non ci aiutano, anzi.

Questo sarà un tema su cui avremo molto da fare una volta al Governo e il programma che presenteremo nei prossimi mesi contiene tante proposte e soluzioni da mettere in campo sin da subito.

Per questo ci tengo a chiudere con le parole di Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, comparse pochi giorni fa su Il Fatto Quotidiano:

A questo punto è da porre in rilievo, che l’art. 2 Cost. oltre a “riconoscere e garantire” i “diritti inviolabili dell’uomo” (tra i quali c’è il diritto all’abitazione: vedi art. 47 Cost., letto secondo l’interpretazione da tempo data dalla giurisprudenza costituzionale), impone anche “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”[…]Ne consegue che, a termine della vigente Costituzione repubblicana, non è giuridicamente possibile gettare intere famiglie sulla strada, per tutelare un presunto diritto di un privato a compiere attività puramente lucrative.

Bene farà il Ministro Minniti, se nelle linee guida da inviare ai Prefetti, vorrà disporre che lo sgombero di case occupate può avvenire solo a seguito della ritrovata possibilità di offrire allo sgomberato altra idonea sistemazione.”

Una mia piccola nota a margine: il Ministero delle Infrastrutture e le Regioni escano dal silenzio in cui si sono rinchiusi e si mettano al lavoro per il bene di tantissime famiglie in difficoltà che attendono da troppo tempo una soluzione!

casina

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