TRASPARENZA SUI FONDI DESTINATI AD ALLOGGI POPOLARI

corviale
Lo scorso maggio è stato emanato il  Decreto Attuativo dell’articolo 4 del Piano Casa dell’ex Ministro Lupi,  il quale stabiliva che era compito del Ministero dare notizia entro 6 mesi, e poi ogni 6 mesi fino all’attuazione di tutto il programma, alla commissione competente per materia, dell’attuazione del decreto in materia di fondi destinati al recupero degli alloggi di edilizia popolare.
 In una precedente interrogazione presentata ad ottobre 2015 sono stati forniti dati parziali, 4.400 alloggi con lievi lavori da effettuare e 18mila con lavori di ristrutturazione più consistenti su tutto il territorio nazionale, e si affermava la necessità di  reperire nuovi fondi.
A questo fine nel Decreto Legge “Giubileo” sono stati stanziati altri 25milioni di euro per il ripristino degli alloggi.
A quasi un anno di distanza oggi ho chiesto, durante la seduta dell’11 febbraio 2015 della Commissione Ambiente, informazioni dettagliate sull’andamento dell’attuazione del piano di recupero degli alloggi.
Nel rispondere all’interrogazione il Ministero, nella persona del Sottosegretario Del Basso De Caro, ha sostanzialmente ammesso il ritardo del piano di recupero e che al dicembre 2015 sono state messe a disposizione dei bilanci delle regioni solo le risorse finanziarie per gli interventi di lieve entità e che come commissione competente dovremo attendere ancora diversi mesi per conoscere gli esiti del programma.
Esprimo preoccupazione poichè nel Piano Casa dell’ex Ministro Lupi è prevista la vendita degli alloggi popolari, ed il rischio è di non garantire il passaggio delle famiglie in altri alloggi dato che ad oggi questi mancano o sono assegnati con estrema lentezza.Su questo passaggio il Ministro è stato poco chiaro, e chiedo con forza iniziative concrete per evitare che centinaia di famiglie restino in mezzo ad una strada”.
Su questo tema è necessario darsi delle priorità: va attuato il recupero degli immobili già esistenti e bisogna requisire l’invenduto agli speculatori,  invece di mettere in vendita il patrimonio pubblico alla disperata ricerca di ulteriori risorse per continuare a costruire ancora e chissà dove.
Vendere il patrimonio pubblico è un atteggiamento folle e poco lungimirante che ci dimostra che ormai lo stato non si comporta più da buon padre di famiglia nei confronti dei suoi cittadini.
 Non è questa la risposta agli scandali vari che ogni tanto quando fa gioco a qualcuno vengono fuori per poi risparire nel nulla
Serve invece serietà, responsabilità, trasparenza, profonda conoscenza del proprio patrimonio per renderlo disponibile a chi ne ha davvero bisogno. Serve un chiaro stop a consumo di suolo e speculazioni edilizie varie per rimettere invece in circolo l’economia e il settore edilizio con ristrutturazioni e recuperi.
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